Hybris: Where is the Man?
Ma sarà l’uomo o la natura a perire? Questo è il pensiero in cui si snoda il secondo lavoro dei Res Extensa Hybris: Where is the Man? Una video installazione senza pubblico.
Hybris come l’arroganza dell’uomo nei confronti della natura. Un arroganza che non può avere buon esito.
Viene qui infatti rappresentato un mondo senza umanità, fermato in un momento che potrebbe essere quello appena successivo alla fine dell’ultimo essere umano. La natura non ha ancora preso il sopravvento, ma lo farà. Rimangono le rovine delle fabbriche dismesse (le stesse dove viene messa in scena l’installazione) e le abitazioni, che sono ancora in ordine, ma disabitate.
L’ossessione dei Res Extensa è quella di mostrare come anche questo mondo sia solo una proiezione. Così come avviene nella caverna del mito di Platone, descritto nella Repubblica. Il mondo è solo l’immagine del mondo, ed è un’immagine spettrale. Un’immagine di un mondo che si è liberato dall’uomo. E in questa immagine riflessa si fondono i Res Extensa, continuando a giocare con la musica, nonostante tutto. Davanti a un pubblico che non è altro se non la duplicazione speculare di loro stessi e delle immagini del mondo senza uomini.
Face of Nature
I Res Extensa propongono uno spettacolo musicale e di video arte con forte impatto emotivo dal quale deriva il loro primo lavoro discografico: Face of Nature, un album di sette brani di musica ambient-cinematografica dedicato a tematiche sociali ed ecologiche, in uscita sui più importanti portali digitali a metà marzo sotto etichetta Doremind.
La musica elettronica di Nicola Porcu (in arte Nik Proteus) viene arricchita dalla presenza di strumenti reali (contrabbasso, mandolino, basso elettrico) suonati in modo inconsueto da Ale Porro.
Gli spettacoli live dei Res Extensa hanno un forte impatto visivo grazie alla proiezione di video (composti dalla casa di produzione video Codec 99) sul corpo dei musicisti vestiti di tute e copricapo bianchi.
Face of Nature: Note di copertina
Nella title track Face of Nature – suoni rarefatti, elettronica analogica, loop ipnotici il suono materico del pianoforte – il video rappresenta volti che vengono inondati da polveri di colore, come fossero schiaffi sul volto degli esseri umani. In Smog – suoni subacquei, un contrabbasso preparato che potrebbe sembrare un koto giapponese, suonato da Ale Porro; un piano drammatico e uno xilofono che ci conduce in un mondo fiabesco, suonati da Nicola Porcu – il video mostra l’inquinamento prodotto dall’incuria e dalla corsa verso il profitto. Man è un bolero ossessivo. In I Love My Chicken la musica e il video raccontano l’allevamento intensivo e il consumo sfrenato utilizzando suoni industrial. A Strong Man can be Recognized by His Rifle introduce il suono distorto e lunare del mandolino che contrasta con il tema della diffusione incontrollata delle armi. In A matter of Space si vedono, dall’occhio elettronico di un drone, le macerie della Siria, mentre i suoni diventano medio-orientali e futuristici. Alla fine Death of the Earth accende una fievole luce di speranza.
Tutti i video abbinati ai brani si possono vedere durante i live oppure sul profilo Facebook di Res Extensa.